Blog di FORMAZIONE PERMANENTE MISSIONARIA – Uno sguardo missionario sulla Vita, il Mondo e la Chiesa MISSIONARY ONGOING FORMATION – A missionary look on the life of the world and the church
Riguarda un paese,
un borgo di pescatori,
perduto nel nulla/ovunque,
aria intrisa di noia,
un susseguirsi monotono di giorni,
le stesse parole vuote,
gli stessi giorni vuoti,
gli stessi volti vuoti,
gli stessi corpi vuoti,
dove non vi sia ricordo di passione, né di slancio vitale….
Un giorno qualunque a un ragazzo accadde di avvistare al largo una strana sagoma galleggiante. Si mise a urlare. L’intero villaggio accorse. In un luogo come quello, anche una sagoma insolita era motivo di eccitazione. E si piazzarono sulla spiaggia, a guardare, in attesa. Finché il mare, lentamente, senza fretta, portò quella cosa, e per gran delusione generale, la depositò sulla sabbia.
Un uomo morto.
I morti sono tutti simili tra loro; non rimane altro da fare che seppellirli. In quel villaggio era usanza che fossero le donne a preparare il morto per la sepoltura. Pertanto trasportarono il cadavere in una casa: le donne dentro, gli uomini fuori. Quando si accinsero a ripulirlo dalle alghe e dal verde del mare, il silenzio fu grande.
D’un tratto però, la voce di una donna ruppe il silenzio…
“Se avesse vissuto tra di noi, avrebbe dovuto chinare il capo per entrare nelle nostre case. E’ troppo altro…”
Annuirono tutti in segno di assenso.
Di nuovo calò un profondo silenzio. Ma si udì la voce di un’altra donna…
“Mi chiedo che voce avesse…Simile al sussurro della brezza? Come il rombo delle onde? Chissà se conosceva la parola segreta, che al solo pronunciarla, una donna raccoglie un fiore per porselo tra i capelli?”
E tutte sorrisero.
“ancora silenzio. E, di nuovo, la voce di un’altra donna…
“Queste mani…Che grandi! Cosa avranno fatto? Avranno giocato con dei bambini? Avranno veleggiato per i mari? Avranno combattuto numerose battaglie? Avranno edificato case? Chissà se sapevano accarezzare e abbracciare il corpo di una donna?”
Si misero tutte a ridere.
E si sorpresero nel constatare che il funerale era diventato una resurrezione: un sussulto nella loro carne e si riaffacciavano sogni a lungo creduti sopiti, ceneri divenivano fuoco, sulla superficie della loro pelle, nella rinnovata vitalità dei loro corpi, affioravano desideri proibiti…
Da fuori i mariti assistevano a quanto stava accadendo alle loro mogli ed erano gelosi dell’uomo affogato, perché si rendevano conto che aveva un potere di cui essi non disponevano. Pensavano ai sogni che non avevano mai avuto, alle poesie che non avevano mai scritto, ai mari che non avevano mai visto, alle donne che non avevano mai amato.
Si ha sempre qualcosa da dire dinanzi ai morti.
Ma quell’uomo morto… Non aveva nome né storia…
Dinanzi a quel vuoto immenso rimasero sgomenti.
Il silenzio intorno si fece assoluto e l’abisso insondabile..
Di norma nelle sepolture sono i vivi ad essere investiti di incarichi. In questo caso la situazione era opposta; era l’uomo morto a presiedere la liturgia con il mistero del suo silenzio… Dietro di lui il silenzio e il mistero del mare.
E il suo silenzio era lo spazio del ricordo. Il suo corpo morto era carico dei loro ricordi perduti… Era una poesia.
Dal silenzio si udirono parole nuove. Le storie che raccontavano su quell’uomo erano storie su se stessi: giacché i sogni erano risorti dal cimitero in cui erano stati sepolti. Adesso i loro corpi erano risorti. Erano vivi di nuovo. L’anima si ricongiungeva alla carne. Erano sogni fàttisi carne.
(R. Alves, Parole da mangiare, Qiqajon)
L’ha ribloggato su noncerosasenzaspinee ha commentato:
…E il suo silenzio era lo spazio del ricordo. Il suo corpo morto era carico dei loro ricordi perduti…Era una poesia.
http://ilnestrosesansespine.blogspot.com/2016/03/era-luomo-morto-presiedere-la-liturgia.html
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