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Il Papa con Manuel Santos (a sinistra) e Uribe all’incontro del 16 dicembre in Vaticano (Ansa)
Un progetto di pace che si realizza: il Papa sarà in Colombia dal 6 all’11 settembre. Francesco è il terzo pontefice ad andare in Colombia: il primo è stato Paolo VI nel 1968 in occasione dell’incontro dei vescovi latino-americani a Medellin. Giovanni Paolo II vi si recò invece nel 1986: fu una visita di 7 giorni, in cui Wojtyla raggiunse 10 città andando anche in una zona colpita da un recente, violento terremoto con migliaia di vittime.
La comunicazione è della vicedirettrice della Sala Stampa vaticana, Paloma Garcia Ovejero. «Accogliendo l’invito del Presidente della Repubblica e dei Vescovi colombiani, Sua Santità il Papa Francesco compirà un Viaggio Apostolico in Colombia dal 6 all’11 settembre 2017, visitando le città di Bogotá, Villavicencio, Medellín e Cartagena. Il programma del viaggio sarà pubblicato prossimamente».
Il 16 dicembre scorso il Papa aveva ricevuto in udienza il presidente della Colombia Juan Manuel Santos Calderon, recente Premio Nobel per la pace , e successivamente il suo predecessore, oggi senatore, Álvaro Uribe Vélez. In un secondo momento il Papa aveva ricevuto insieme Calderon e Uribe Vélez. Al centro dei colloqui c’è stato il recente accordo di pace tra il governo colombiano e i guerriglieri delle Farc (Forze armate rivoluzionarie colombiane). La Santa Sede ha sostenuto il processo di pace in Colombia, così come la Chiesa locale ha offerto il suo contributo in favore della riconciliazione nazionale e dell’educazione al perdono e alla concordia nel Paese provato da anni di guerra civile.
Il processo di pace tra guerriglia e Farc aveva avuto inizio quattro anni, dopo quasi mezzo secolo di guerra civile. Approvato il 25 agosto 2016, è stato poi sottoposto a referendum popolare il 2 ottobre. A sorpresa aveva prevalso il no per appena 50mila schede. Successivamente l’accordo era stato rivisto e corretto in particolare sulle restrizioni della libertà per i condannati e sui risarcimenti per i familiari delle vittime. L’approvazione parlamentare è arrivata all’inizio di dicembre dell’anno scorso, in tempo perché il presidente Santos potesse andare a Oslo a ritirare il Nobel per la Pace. Ora inizia il lungo percorso di implementazione degli accordi. Il primo passo, la smobilitazione e il disarmo delle Farc, dovrebbe concludersi prima dell’estate.
Il logo della visita in Colombia
Il logo della visita è fare il primo passo. “Il Santo Padre viene per sostenerci nella costruzione della pace”, ha commentato il presidente Santos. Francesco va dunque in Colombia come testimone della cultura dell’incontro di cui il Paese, ferito da 52 anni di conflitto, ha tanto bisogno. Un pellegrinaggio più volte anticipato e rimandato a quando “la pace sarà blindata”, aveva detto il Papa. Ma la pace ha ancora passi da compiere, e la società civile è quella che deve farne di più: ecco allora il gesto di Francesco, che sembra dire: sono con voi nella riconciliazione necessaria, nella battaglia più difficile che si combatte ora, a guerra finita. Negli ultimi 14 mesi, sono stati uccisi 120 attivisti per i diritti umani: l’epicentro dei crimini sono le zone rurali, dove il controllo dello Stato è debole. Nel 2016 sono scomparse 29 persone al giorno, per un totale di 10.610 desaparecidos. I guerriglieri delle Farc hanno smobilitato, si stanno disarmando e al loro posto nella lotta armata lo stanno prendendo gruppi paramilitari, di almeno 13 sigle diverse, bande delinquenziali e fazioni dissidenti delle Farc. Un rischio concreto per la pace.
Oltre la Colombia a settembre, come lo stesso Papa ha preannunciato in un’intervista al settimanale tedesco Die Zeit in edicola questa settimana, Francesco nel 2017 punta a visitare Fatima, in Portogallo, il 13 maggio, e poi India e Bangladesh. Allo studio anche un viaggio in Sud Sudan ed Egitto.