Blog di FORMAZIONE PERMANENTE MISSIONARIA – Uno sguardo missionario sulla Vita, il Mondo e la Chiesa MISSIONARY ONGOING FORMATION – A missionary look on the life of the world and the church
Combonianum è stato una pubblicazione interna di condivisione sul carisma di Comboni. Assegnando questo nome al blog, ho voluto far rivivere questo titolo, ricco di storia e patrimonio carismatico.
Il sottotitolo Spiritualità e Missione vuole precisare l’obiettivo del blog: promuovere una spiritualità missionaria.
Combonianum was an internal publication of sharing on Comboni’s charism. By assigning this name to the blog, I wanted to revive this title, rich in history and charismatic heritage.
The subtitle Spirituality and Mission wants to specify the goal of the blog: to promote a missionary spirituality.
Sono un comboniano affetto da Sla. Ho aperto e continuo a curare questo blog (tramite il puntatore oculare), animato dal desiderio di rimanere in contatto con la vita del mondo e della Chiesa, e di proseguire così il mio piccolo servizio alla missione.
I miei interessi: tematiche missionarie, spiritualità (ho lavorato nella formazione) e temi biblici (ho fatto teologia biblica alla PUG di Roma)
I am a Comboni missionary with ALS. I opened and continue to curate this blog (through the eye pointer), animated by the desire to stay in touch with the life of the world and of the Church, and thus continue my small service to the mission.
My interests: missionary themes, spirituality (I was in charge of formation) and biblical themes (I studied biblical theology at the PUG in Rome)
Manuel João Pereira Correia combonianum@gmail.com
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica. Immagini, foto e testi sono spesso scaricati da Internet, pertanto chi si ritenesse leso nel diritto d’autore potrà contattare il curatore del blog, che provvederà all’immediata rimozione del materiale oggetto di controversia. Grazie.
Metti una porta al tuo cuore
Dal Vangelo secondo Luca 12,35-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
Meditazione
I Padri del deserto, grandi maestri spirituali dei primi secoli sostenevano che non può esserci preghiera senza vigilanza del cuore. La vigilanza a sua volta va a braccetto con l’attenzione. Sono due atteggiamenti profondamente legati fra loro. L’attenzione è l’opposto della superficialità e della distrazione, perché dice la capacità di fissare lo sguardo su ciò che è essenziale e verso di esso restare in tensione. E’ l’attesa (l’attendere, in latino, significa tendere, essere teso verso).
La vigilanza, poi, è la custodia dell’attenzione: non si può essere attenti se si è appesantiti, assonnati, se manca una sobrietà di cuore e di mente. In senso stretto, la vigilanza è l’atteggiamento di un’anima ben sveglia, presente a se stessa, circospetta e attenta a non lasciarsi sorprendere dall’avversario demoniaco che cerca di introdursi nella mente e nel cuore.
Ad un fratello illuso della tranquillità del suo cuore, un anziano monaco rispose che solo un cuore vigilante rende possibile un discernimento della lotta:
«Il fratello continuava a dirgli: Io non vedo lotte nel mio cuore. L’anziano gli rispose: Tu sei un edificio aperto da tutti i lati. Chiunque entra da te, ne esce a proprio piacimento. E tu, tu non sai ciò che accade. Se tu avessi una porta, se tu la chiudessi ed impedissi ai cattivi pensieri di entrare, allora li vedresti fermi all’esterno e combattere contro di te».
E’ richiesta nella spiritualità del deserto la porta della vigilanza per impedire ai sensi e al corpo di cadere nei lacci del nemico.
Ma guardate anche oggi la psicologia, ad esempio, ci indirizza verso la medesima strada. Qualsiasi psicologo sostiene che l’uso sregolato e maldestro dello smartphone disturba l’equilibrio mentale dei ragazzi e riduce attenzione e capacità di concentrazione. E sapete perché? Perché nel web non ci sono cornici, non c’è confine tra una cosa e l’altra. Tutto continua in tutto. Invece c’è bisogno di distinguere, di separare, di ordinare, di avere porte, finestre.
Quindi oggi come allora è necessaria la vigilanza e l’attenzione.
Sapete in greco attenzione si dice prosoché. E preghiera proseuchè. Pensate come si somigliano. Non per questo i padri dicevano che l’attenzione è madre della preghiera.
Ora tornando al Vangelo e concludendo, il servo è beatificato da Gesù proprio per questa capacità di vigilanza e attenzione. E’ sveglio e integro. Subito allora aprirà al padrone che torna nel mezzo della notte. E noi, invece, siamo così svegli?
Don Franco Mastrolonardo
https://www.preg.audio
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