Carlo Maria Martini – Che cosa è per me il Battesimo
CHE COSA E’ PER ME IL BATTESIMO?
di Carlo Maria Martini
Il Battesimo è un evento del passato, di cui non abbiamo coscienza diretta: non è un ricordo personale, perché l’abbiamo ricevuto quando non eravamo in grado di intendere e di volere. Non è un ricordo preciso ma resta avvolto nella nebbia della primissima infanzia. Tutt’al più è una reminiscenza indiretta, perché ci hanno detto che abbiamo ricevuto il Battesimo.
Riceviamo quindi questo sacramento dai nostri genitori, dai nostri padrini o madrine, dal prete che ci ha battezzati. Nasce allora l’interrogativo
Come posso sperimentare il mio battesimo, non mediante uno sforzo di immaginazione, ma comprendendo che cosa significa per me, adesso, il fatto che sono battezzato?
Dice la lettera ai Romani: «O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (6,3-4). Che cosa dice Paolo? Che per lui e per tutti i cristiani, pur se loro erano stati battezzati da adulti, il Battesimo è in ogni caso un evento del passato: «Siamo stati battezzati in Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte, siamo stati sepolti insieme con lui». Anche se i destinatari della Lettera dell’Apostolo avevano ricevuto il Battesimo da adulti e perciò avevano ancora l’impressione viva dell’entrare nel fonte, dell’immergersi nell’acqua, che equivaleva a immergersi nella passione e nella morte di Gesù, dell’uscire dall’acqua tutti bagnati, che era come un uscire dalla tomba e un risorgere, il Battesimo è memoria del passato.
Notate però che l’ultimo verbo è al presente; il Battesimo è una memoria del passato operante nel presente: «possiamo camminare in una vita nuova».
Quando sperimento di camminare in una vita nuova?
- Ogni volta che dico a Dio: ‘Padre’, che lo chiamo ‘Padre’ – in concreto ogni volta che recito il ‘Padre nostro’ -, e lo dico con il cuore, con coscienza, sperimento il mio Battesimo come l’essere figlio amato dal Padre, sperimento che Dio mi ama, mi chiama per nome, mi fa suo figlio con amore infinito. Quando invoco Dio come ‘Padre’ attualizzo, professo, vivo il mio Battesimo.
- Ogni volta che scelgo secondo Gesù Cristo nelle realtà quotidiane, ogni volta che scelgo da cristiano, è nella forza del mio Battesimo. Dunque, in ogni scelta etica, morale, libera, seria, secondo Gesù Cristo, vivo ed attualizzo il mio Battesimo.
- Quando trovo la forza di seppellire il passato e di guardare avanti, lo posso fare solo radicandomi nel mio battesimo: è questo Sacramento che mi dà la forza. Fratel Roger, fondatore delle Comunità di Taizè scrive: «..tutto il tuo passato, perfino l’istante appena trascorso, è già sepolto, sommerso con Cristo nell’acqua del tuo Battesimo. Non volgere lo sguardo indietro; rinuncia a guardare indietro. Se la tua immaginazione ti presenta l’immagine distruttrice del passato, sappi che Dio non ne tiene più conto, e questo anzitutto in grazia del Battesimo e poi in grazia del sacramento della Penitenza, che rinnova in noi la prima grazia di purificazione».
- Quindi, ogni volta che trovo la forza di seppellire il mio passato e di guardare avanti, attualizzo il mio Battesimo.
- «Siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo» (12,13). Quando viviamo la comunione nella Chiesa, la solidarietà con i fratelli battezzati, nella certezza che tale legame di solidarietà che ci fa fratelli e figli di Dio è superiore ad ogni legame etnico, civile, parentale, e che per esso siamo pronti anche a dare la vita come i martiri di ieri e di oggi, noi proclamiamo il Battesimo, confessiamo la sua forza aggregante, che fa di tutti i cristiani un solo corpo con Gesù. E’ in virtù di questa forza che come membri di una comunità parrocchiale possiamo essere tutti uniti, concordi, pronti ciascuno a sacrificare qualcosa di sé per il servizio degli altri e per il bene comune della comunità.
- Quando c’è questo ci troviamo davanti a un effetto soprannaturale del Battesimo: il Battesimo fa di uomini e donne di diversa provenienza, origini, carattere, cultura, una sola famiglia. Quindi: il Battesimo è l’essere amato adesso dal Padre, l’essere fatto ad immagine del suo Figlio Gesù, l’essere capace di operare scelte secondo il Vangelo, l’avere forza per seppellire il mio passato colpevole e guardare avanti, il sentirmi membro vivo di una comunità per la quale mi sacrifico volentieri.
Proviamo a leggere alcuni versetti dal Libro degli Atti degli Apostoli, che parlano del Battesimo:
- «Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo» (At 1,5);
- «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati» (At 2,38);
- «Uomini e donne si facevano battezzare» (At 8,12);
- «Improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato» (At 9,18);
- «Ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo» (At 10,48).
Che cosa notiamo in questi versetti? I verbi sono al passivo. Nessuno, cioè, può battezzare sé stesso. Anche se mi immergo nell’acqua e dico: io mi battezzo, in realtà non c’è Battesimo. Devo chiederlo questo sacramento. La vita divina conferita nel Battesimo è puro dono. La grazia del Battesimo mi è data gratuitamente da Cristo. Quando sono cosciente che la vita divina in me è pura iniziativa di Dio, che tutto mi è donato, che tutto ricevo dal Padre il quale, con amore, mi fa figlio in Gesù e da parte mia non posso fare altro che lodare e ringraziare il Signore, allora vivo il Battesimo come grazia: «Ti ringraziamo, o Padre, del nostro Battesimo».
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