Lectio sul Libro della Genesi – Capitoli 5-11
I molteplici simboli di pace disseminati in questi capitoli così tragici vogliono ricordarci che l’unico modo di contrastare il male è la nonviolenza attiva. Oggi è un messaggio estremamente importante nel rifiorire di integralismi fanatici, cultori della violenza e della morte, e di reazioni poliziesche e militariste che aggravano gli odi e le ingiustizie.
Stella Morra – Lectio divina su Genesi 4,1-22
Stella Morra: Cominciamo dall’inizio; sembra banale, ma non lo è: cominciare dall’inizio è già una scelta, perché su questi problemi la tentazione è sempre di cominciare da dove siamo noi, dal nostro problema e poi cercare nella scrittura la giustificazione al luogo che abitiamo.
Libro della GENESI 1-11 – I due racconti della Creazione
I capitoli 1-11 costituiscono una introduzione alla storia dei Patriarchi, che a sua volta ci condurrà all’apice di tutta la narrazione dell’A.T. : l’Esodo e l’Alleanza. La “Creazione” e la “Caduta”, sono gli atti determinanti di ciò che seguirà: il graduale allontaniamo da Dio e l’intervento di Jahwè nella nuova creazione: quella del suo Popolo.
Libro della GENESI – capitoli 1-4 – Carrarini (1)
Genesi è la traduzione (nella versione greca dei Settanta) della parola ebraica Bereshît (che vuol dire “in principio”) con la quale inizia il primo libro della Bibbia. In principio Dio…: è l’inizio della Rivelazione, di quella catena ininterrotta di persone, fatti, parole, eventi che noi chiamiamo storia della salvezza.
Lettura orante del Vangelo di MARCO – cap. 5,21-43 – Doglio (5)
L’altro grande racconto che occupa il capitolo 5 è la fusione di due episodi, ma una fusione talmente antica da appartenere a tutti e tre i sinottici. Vuol dire che già gli apostoli, quando hanno cominciato a predicare il vangelo raccontando quello che ha fatto Gesù, hanno messo insieme i due episodi.
Lettura orante del Vangelo di MARCO – cap. 5 – Doglio (4)
Chi è dunque costui? Subito dopo, al capitolo 5, inizia un racconto molto dettagliato dove si narra la storia di un uomo. È qualificato proprio come «ànthropos», termine generico per definire un uomo, l’uomo in genere. In qualche modo potrebbe essere la storia dell’uomo, la storia dell’umanità.
Lettera agli EBREI – cap. 13 – Doglio (6)
Ultime esortazioni (Eb 13,1-21)
Nell’ultima parte di questo grande discorso teologico, al cap. 13, troviamo una sintesi di esortazioni alla vita concreta, una vita che dimostri nel concreto l’adesione a quel fuoco d’amore che è il Signore.
Lettera agli EBREI – cap. 12 – Doglio (5)
Il grande numero di testimoni che è stato presentato nel cap. 11 diventa un incitamento: non siamo soli in questa corsa, non siamo i primi che iniziano questo cammino, siamo invece in buona compagnia. Sono tanti quelli che prima di noi si sono messi per questa strada e sono tanti coloro che su questa strada hanno raggiunto la pienezza della vita.
Passi nella fede con il Vangelo di Marco (4)
Il mistero del Regno non obbedisce alla logica del successo, delle conversioni di massa, ma conosce la logica del seme, fatta di attese e di maturazioni, di inizi modesti e di sviluppi lenti ma costanti, fino alla piena manifestazione del Mistero e della Potenza nascosti in esso.
Lettura orante del Vangelo di MARCO – cap. 4 – Doglio (3)
Nel capitolo IV l’evangelista ha raccolto una antologia di detti parabolici soprattutto legati all’immagine del seme. Mentre molti contestano Gesù, non gli credono, non lo accettano, Gesù racconta la parabola del seminatore per confortare i discepoli, per garantire loro che un risultato positivo ci sarà.
Vangelo di MARCO – cap. 3-4 – Fausti (3)
Tutto il capitolo terzo è un capitolo di crisi e si chiama la “crisi galilaica”. Gesù dopo aver fatto le cose buone che ha fatto, con tutti i miracoli – ha annunciato il Regno, lo realizza, e l’ultimo miracolo è quello di aprire la mano per accogliere il dono di Dio – comincia ad aver contro tutti.
Lettera agli EBREI – cap. 11 – Doglio (4)
Noi però non siamo di quelli che indietreggiano, a loro perdizione, ma vogliamo essere persone di fede per la salvezza della nostra vita. Così l’autore della Lettera agli Ebrei terminava il capitolo 10 introducendo il concetto dalla fede che sviluppa poi ampiamente in tutto il capitolo 11.
Lettera agli EBREI – cap. 10 – Doglio (3)
Nel capitolo 10 riprende la trattazione della efficacia del sacrificio e della salvezza che è derivata da questa offerta fatta all’uomo. La grande trattazione teologica si conclude nell’ultima parte del capitolo 10 con i versetti 19-39 che sono l’esortazione conclusiva.
Passi nella fede con il Vangelo di Marco (3) cap. 2-3
Nel vangelo di Marco troviamo cinque dispute: 1. Il perdono dei peccati (Mc 2,7) 2. Accogliere nella comunità i peccatori, stare a mensa con loro, Levi – Matteo (Mc 2,16) 3. Il digiuno (Mc 2,19) 4. Cogliere spighe in giorno di sabato (Mc 2,23) 5. Guarire in giorno di sabato (Mc 3,4)
Lettura orante del Vangelo di MARCO – cap. 2 – Doglio (2)
L’evangelista Marco vuole mostrare un Gesù simpatico; inevitabilmente ognuno proietta nei propri personaggi il proprio stile e un po’ anche il proprio carattere. Sicuramente Marco doveva essere una persona simpatica, un uomo semplice e cordiale, vivace e brillante, capace di dialogo e di osservazione della realtà.
Vangelo di MARCO – cap. 2-3 – Fausti (2)
Il cristiano non digiuna come Giovanni, che aspetta il Messia, o come i farisei, attaccati alla legge. Vive nella pienezza di gioia, perché il Messia, lo Sposo, è già presente e in comunione con lui. Il suo digiuno sarà seguirlo fino alla croce, per vivere con il “vestito nuovo e il vino nuovo” dell’amore.
Lettera agli EBREI – cap. 4-6 – Doglio (2)
La santità è la realizzazione della nostra vita, o santi o falliti, e la speranza allora ha come oggetto proprio questo: la santità. Ma desideriamo veramente la santità? Desideriamo veramente questa comunione perfetta con Dio che implica la trasformazione della nostra persona?
Lettura orante del Vangelo di MARCO – Doglio (1)
Marco, chi era costui? Partiamo dunque con una brevissima introduzione al Vangelo secondo Marco. Chi è Marco? L’evangelista ha firmato il suo testo con un episodio che si trova al capitolo 14 ai versetti 51-52.
Passi nella fede con il Vangelo di Marco (2) cap. 1-2
Il ponte unisce, congiunge e crea la comunicazione tra sponde e realtà diverse. Gesù è il ponte tra Dio e l’uomo, come tra uomo e uomo, tra razze, culture e religioni. Egli abbatte il muro di separazione. Nella politica dei “muri” (Palestina e USA) la secolarità consacrata costruisce ponti.
Passi nella fede con il Vangelo di Marco (1) Introduzione
Il lunedì della prima settimana del Tempo Ordinario iniziamo la lettura del vangelo di Marco. Per accompagnare la meditazione dei brani evangelici vi proponiamo i testi di un interessante Sussidio, iniziando con una introduzione generale al Vangelo di Marco
Lettera agli EBREI – cap. 2-4 – Doglio (1)
Le esortazioni nella Lettera agli Ebrei. Meditazioni bibliche di don Claudio Doglio.
La Lettera di Paolo agli Ebrei – come diceva A. Vanhoye – non è una lettera, non è di Paolo e non è agli Ebrei! La sua struttura ha come impostazione generale l’alternanza tra dottrina ed esortazione.
Lettera agli EBREI – Presentazione
Lettera agli Ebrei – 1a lettura degli anni dispari – dalla 1a alla 4a settimana del Tempo Ordinario.
La Lettera agli Ebrei ha un solo cuore: Cristo Gesù, Vita di ogni vita.
Gesù è la vita dalla quale ogni altra vita nasce, nella quale ogni vita produce frutti di verità e di giustizia, per la quale ogni altra vita vive.
Cristo Gesù è vita: della Parola di Dio, della Grazia di Dio, del credente in Dio, della vera fede in Dio, dell’adorazione di Dio, della glorificazione di Dio, dell’obbedienza a Dio, della santità di Dio, del culto verso Dio, della carità di Dio, della speranza in Dio.
Prima Lettera di Giovanni – Agostino (5) Omelie 9-10 Capitoli 4-5
La carità che ci fa rimanere in Dio, si estende ai nemici e, preparata dal timore servile, guidata da quello casto, ci rende belli agli occhi di Dio, perché la carità è Dio stesso. Con essa rimaniamo uniti a Cristo e nell’unità della Chiesa.
Prima Lettera di Giovanni – Agostino (4) Omelie 7-8 Capitolo 4
Sotto la guida di Cristo e disprezzando il mondo, nutriamoci della carità, perché la carità è Dio stesso e chi la possiede può vedere Dio. Sia la carità ad ispirare il nostro agire; amiamo l’uomo, non il suo errore.
Prima Lettera di Giovanni – Agostino (3) Omelie 5-6 Capitoli 3-4
Chi è nato da Dio non offende la carità. E’ perfetta se dispone a donare la propria vita; è agli inizi, se spinge a soccorrere i propri fratelli. E’ il segno distintivo del vero cristiano.
Prima Lettera di Giovanni – Agostino (2) Omelie 3-4 Capitoli 2-3
Nutrendoci della verità e della vita che è Cristo, tendiamo alla perfezione, generosi nelle opere, in unità di carità e respingendo le allettazioni del mondo. Cristo è il maestro interiore e la sua unzione dà incremento alla nostra vita spirituale.
Prima Lettera di Giovanni – Agostino (1) – Omelie 1-2 Cap. 1-2
Stavo appunto pensando quali pagine della Scrittura, intonate alla gioia di questi giorni, dovessi, con l’aiuto del Signore, nel corso di questa settimana, commentarvi così da terminare la trattazione in sette o otto giorni, quando mi capitò sott’occhio l’Epistola del beato Giovanni.
Prima Lettera di Giovanni – Commento
Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi…
Cantico dei cantici in Avvento per aumentare il desiderio
Si direbbe che certe persone abbiano pensato che per amare Dio e servire la Chiesa bisognava “rinunciare” ad amare con un cuore di donna e di uomo. Ma quando ci sono riusciti (a rinunciare a quel cuore umano) si sono ritrovati… senza cuore!
CANTICO DEI CANTICI – Lectio quotidiana per risvegliare il cuore!
“Il giorno in cui il Cantico dei cantici venne dato a Israele supera in valore il mondo intero. Tutte le scritture sono sante, ma il Cantico è il Santo dei Santi” (Rabbi Aqibà)
APOCALISSE – cap. 21-22 – Stancari (12)
Dobbiamo affrontare adesso le pagine conclusive del nostro libro, pagine che non possiamo trattare con eccessiva disinvoltura perché siamo di fronte alle visioni finali nelle quali si ricapitola veramente tutto.
APOCALISSE – cap. 19-20 – Stancari (11)
Le visioni che stiamo leggendo si inseriscono negli ultimi versetti del cap. 16, là dove Giovanni ci parla delle sette coppe che vengono versate dai sette angeli. Ed è proprio nel momento in cui viene versata la settima coppa che viene annunciata la caduta di Babilonia la grande.
APOCALISSE – cap. 17-18 – Stancari (10)
Quanto adesso leggiamo nel cap. 17, e poi leggeremo di seguito, forma quelle visioni di Giovanni che sono, per così dire, interne a quest’ultimo quadro nella visione precedente: la caduta di Babilonia.
APOCALISSE – cap. 15-16 – Stancari (9)
Siamo sempre all’interno del settimo squillo di tromba e di quel “segno grande” che abbiamo visto nel cap. 12 e che adesso viene richiamato all’inizio del cap. 15.
Vangelo di LUCA – Cap. 19-21 Fausti (10)
Insieme alla parabola del samaritano e del Padre misericordioso, questo racconto dell’incontro tra Gesù e Zaccheo si può considerare “un Vangelo nel Vangelo”, nel senso che ne esplicita gli elementi fondamentali.
APOCALISSE – cap. 14 – Stancari (8)
Le pagine che stiamo leggendo fanno capo al settimo squillo di tromba, quello che è risuonato alla fine del cap. 11. Settimo sintomo della fine, di quella crisi permanente che è componente costitutiva della storia umana.
APOCALISSE – cap. 12-13 – Stancari (7)
Nel cap. 12 abbiamo una serie di tre quadri; tre visioni che sono strettamente coordinate fra loro. I tre quadri si sviluppano in maniera tale che il primo quadro contiene gli altri due, nel senso che il secondo e il terzo sono ingrandimenti di particolari già interni al primo quadro
Libro dell’Apocalisse – cap. 20-22 – Carrarini (4)
La distruzione di Babilonia, del mostro e della bestia segnano la fine di una incarnazione storica del drago. Ma lo spirito del male resta ancora vivo nel mondo e la lotta continua fino alla sua sconfitta definitiva e alla realizzazione della città nuova dove esiste solo il bene.
Libro dell’Apocalisse – cap. 12-19 – Carrarini (3)
La seconda parte dell’Apocalisse (cap. 12-22) sembra aggiunta al libretto preesistente durante la persecuzione di Domiziano. Vuole rispondere a un interrogativo delle comunità: Ma quando arriva questa liberazione? Quando entreremo nella terra promessa? Giovanni sente che la lettura di fede in chiave esodica non basta più…
APOCALISSE – cap. 10-11 – Stancari (6)
Le pagine che adesso leggiamo dei capp. 10 e 11 si inseriscono nell’eco del sesto squillo di tromba che allude all’esperienza di quella capacità di distruzione che, nell’esperienza umana, assume una fisionomia mostruosa e diventa motivo di terrore massimamente angosciante.
APOCALISSE – cap. 8-9 – Stancari (5)
La storia degli uomini è sempre in crisi; l’essere in crisi non è un’occasione, un episodio; non appartiene a un’epoca: l’essere in crisi della storia umana è componente strutturale di essa.
APOCALISSE – cap. 6-7 – Stancari (4)
Oggi ci occupiamo dei due capitoli successivi, il sesto e il settimo, e non avremo difficoltà a sintonizzarci con il filo conduttore della sequenza di visioni, che scaturiscono tutte dalla prima, fondamentale descritta nel capitolo primo: il Mistero Pasquale
APOCALISSE – cap. 4-5 – Stancari (3)
A partire dalla prima grande visione nel capitolo primo, nel giorno del Signore mentre è in corso la celebrazione dell’Eucaristia, Giovanni “vede”. Il Mistero Pasquale è il criterio interpretativo di tutto.
APOCALISSE – cap. 2-3 – Stancari (2)
Nei capitoli 2 e 3 dell’Apocalisse troviamo il testo delle sette lettere inviate alle Chiese, che già sono state menzionate nel versetto 11 del capitolo primo.
APOCALISSE – cap. 1 – Stancari (1)
Intraprendiamo la lettura di un libro che normalmente suscita qualche incertezza, anche se esercita sempre su di noi un singolare fascino. Si tratta dell’Apocalisse di Giovanni.
Vangelo di LUCA – Cap. 16-18 Fausti (9)
L’uomo è un amministratore ingiusto, perché si è fatto padrone di ciò che non è suo. Però ora conosce Dio: sa che tutto dona e perdona. Di conseguenza sa “che fare” anche lui: condonare ciò che in fondo non è suo.
Libro dell’Apocalisse – cap. 4-11 – Carrarini (2)
Dopo la presentazione dei protagonisti della Rivelazione e il cammino di purificazione delle Chiese, la comunità è pronta per accogliere il messaggio su ciò che deve accadere, cioè sulla sua storia, sui fatti del passato, del presente e del futuro e sul loro legame con il progetto di salvezza di Dio.
Libro dell’Apocalisse – cap. 1-3 – Carrarini (1)
Iniziamo il cammino di riflessione sul libro dell’Apocalisse sentendo come rivolta a ciascuno di noi la beatitudine che è posta all’inizio e alla fine del libro: Beato chi prende a cuore il messaggio di Dio contenuto in questo libro.
Terza Lettera di GIOVANNI
Uomini, all’interno delle Chiese, si agitano con disobbedienze e ambizioni, ma la Chiesa, per la forza dello Spirito e dell’orazione, ha la capacità di liberarsi dalle paralisi indotte da tali uomini.
Seconda Lettera di GIOVANNI
La lettera rivela la preoccupazione per la presenza nel territorio di falsi maestri (v.10), in misura più ampia di quanto si poteva pensare, tanto che il Presbitero interviene con una lettera, promettendo una maggiore formazione della Chiesa in una prossima visita (v.12).
Lettera a FILEMONE
La Lettera a Filemone; si potrebbe chiamarla anche “biglietto”, visto che è breve (300 parole rispetto alla lettera ai Romani che ne ha 7000), ma è un testo denso e con una sola tematica. Meglio: Paolo non tratta un tema, ma il caso di una persona, Onesimo, uno schiavo fuggito dalla casa del suo padrone cristiano, Filemone.
Lettera a TITO
All’interno delle lettere paoline, un gruppetto di tre si distingue sia per i destinatari, sia per il contenuto. Contrariamente alle altre che hanno come destinatari una comunità, queste tre sono indirizzate a persone, due lettere a Timoteo e una a Tito. Costoro sono due responsabili di comunità, rispettivamente quella di Efeso e quella di Creta.
Vangelo di LUCA – Cap. 13-15 Fausti (8)
I capitoli 12-13 sono una teologia della storia, che ci rivela come Dio vede lo spazio e il tempo dell’uomo: le cose sono un dono del Padre ai fratelli (c. 12), e il tempo è l’occasione per convertirsi (c. 13). Con la venuta del Messia la storia ha raggiunto il suo fine, e il tempo avrebbe dovuto arrestarsi. Come mai invece va ancora avanti?
Lettera ai FILIPPESI – Cap. 4
Quali sono lo stile e i contenuti morali che i credenti in Cristo devono adottare? Ai fini dell’annuncio del Vangelo che è Gesù, sino a che punto i cristiani possono desumere criteri di giudizio e comportamenti di vita dall’ambiente? Il brano biblico di Fil 4, 4-9 può essere interpretato anche come risposta a questi interrogativi.
Lettera ai FILIPPESI – Cap. 2-3
A quali condizioni la gioia di un responsabile della comunità può dirsi piena, o – in altri termini – quando la comunità cristiana è veramente sé stessa? La risposta, in estrema sintesi, è solo la seguente: quando i credenti che la compongono hanno in sé stessi e tra loro una mentalità conforme al loro essere battezzati in Cristo.
Lettera ai FILIPPESI – Cap. 1
Filippesi è una lettera molto confidenziale, “di intimità” (Ravasi), scritta da Paolo alla Chiesa di Filippi. Essa tratta, in estrema sintesi, due argomenti intimamente intrecciati: i rapporti personali di Paolo con la persona di Gesù Cristo, e i rapporti personali di Paolo con le persone della comunità cristiana di Filippi.
Lettera agli EFESINI – Cap. 4-5 – Stancari (3)
Paolo ci invita ad assumere la novità. Si tratta di passare dall’idolatria all’eucarestia, dalla ribellione alla docilità, dall’accidia svogliata alla tempestività della fatica che si consuma nella gioia spirituale più pura e più forte, più vibrante, più energica e più feconda.
Vangelo di Luca – Cap. 11-12 – Fausti (7)
Dopo averci svelato il suo mistero di Figlio e di fratello, con questa preghiera ci fa entrare nella paternità di Dio: in essa desideriamo quanto ci occorre per viverla. È quanto lui stesso ci dona nell’eucaristia, in cui offre se stesso come nostro cibo.
Lettera agli EFESINI – Cap. 2-3 – Stancari (2)
Il contenuto su cui Paolo insiste, qui nella Lettera agli Efesini come nella Lettera ai Colossesi, è riducibile ad una affermazione di due, tre parole, ma per Paolo serve a condensare quel respiro in una pienezza vissuta: la signoria di Cristo. Cristo è l’unico Signore, tutta la creazione gli appartiene e tutto lo svolgimento della storia umana fa capo a lui.
Lettera agli EFESINI – Cap. 1 – Stancari (1)
A noi è giunta la copia di quella lettera che è stata custodita nell’archivio della Chiesa di Efeso; Efeso è città capoluogo, città metropolitana, ha un suo ruolo di presidenza nel contesto delle chiese di quella regione. Questo ci aiuta a constatare come queste pagine sono dotate di un particolare respiro nella comunicazione
Lettera ai GALATI – Cap. 5-6 -Doglio (5)
È necessario soffermarci su questo tema della libertà — molto caro a Paolo e fondamentale per la teologia cristiana — anche se ho l’impressione che non lo abbiamo assimilato molto bene. Quella di Paolo è una convinzione profonda e decisiva: “siamo liberi”. Noi però non abbiamo l’impressione di essere così liberi.
Lectio del Vangelo della I settimana del Tempo Ordinario (Fausti)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».