Annunciazione del Signore – Lectio
La data del 25 marzo, nove mesi esatti prima della Natività di Gesù, in alcuni luoghi (e specialmente in Toscana dal secolo XV al XVIII) è stata assunta per indicare l’inizio dell’anno, ed ancora oggi, nelle città di Pisa e Firenze, permane la festa di un secondo capodanno, con celebrazioni religiose e civili.
Presentazione del Signore (commento)
Mi affascina questo gesto compiuto da Maria e Giuseppe, un gesto di obbedienza alla tradizione, di rispetto per le Leggi di Israele. Sanno bene che quel bambino è ben più di un primogenito da consacrare, sanno e hanno appena fatto esperienza del mistero infinito che lo abita.
Presentazione del Signore (lectio)
Nel tempio di Gerusalemme l’evangelista Luca colloca momenti significativi della rivelazione di Gesù fin dai primi momenti della sua vita. L’incontro con Simeone è occasione di un importante messaggio cristologico.
Epifania del Signore (commento)
Ogni anno, all’Epifania. Anche quest’anno. E beato chi di noi ancora sente scorrere un brivido dentro, all’accendersi del racconto-midrasch di Matteo sui maghi. Natale, l’Epifania, la manifestazione. E dove la manifestazione, a chi la manifestazione? Certo a tutti. Ma, per dire che è a tutti, i vangeli vanno a scovare i lontani.
Epifania del Signore (lectio)
Dal punto di vista letterario, il capitolo secondo di Matteo si presenta ben strutturato, diviso in due blocchi. In primo luogo, la storia dei “Magi” (maghi) si divide in due sezioni che hanno come riferimento Gerusalemme (vv.1-8) e Betlemme (vv. 9-12); ognuna di queste sezioni è introdotta dal viaggio e dall’arrivo dei Magi.
II Domenica dopo Natale (commento)
Nel Nuovo Testamento ci sono due parole greche che servono ad indicare il tempo. La prima è kronos e indica il tempo secondo una prospettiva umana, quello che si misura con l’orologio e che è composto di ore, minuti, secondi. La seconda è kairos e indica il tempo secondo una prospettiva divina.
II Domenica dopo Natale (lectio)
Giovanni apre la sua narrazione teologica con le prime due parole del Libro della Genesi: “In principio (en archē) Dio creò il cielo e la terra…” (Gen 1,1), ponendo tutto il suo lavoro in chiave di creazione, tema che, assieme a quello della Pasqua-alleanza, è una delle linee maestre della teologia di questo evangelista.
Maria Santissima Madre di Dio – Lectio
Con il nuovo anno, ci sarà una nuova storia? L’e-vento è diventato l’av-venimento: il cielo si è fatto prossimo alla terra, il divino all’umano. Qualcuno ha realizzato “questo av-venimento”, ed è ricominciata la storia.
Maria Santissima Madre di Dio – Commento
«Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, al bambino fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre». In questo breve versetto sono contenuti i tre fondamenti della festa che segna anche l’inizio dell’anno civile. Cerchiamo dunque di addentrarci nella contemplazione di questo triplice mistero.
Natale del Signore – Testi patristici
Purifichi l’occhio con cui potrà vedere Dio. Faccia conto di non riuscire a vedere perché ha gli occhi sporchi o malati: per la polvere, per un’infiammazione o per il fumo. Il medico gli dirà: Pulisciti gli occhi, liberandoti da tutto ciò che ti impedisce di vedere la luce. Polvere, infiammazione, fumo, sono i peccati e le iniquità. Togli via tutto, e vedrai la sapienza, che è presente, perché Dio è la sapienza.
Solennità del Natale del Signore
Che cosa leggiamo in questa carne, piccola, tenera, indifesa carne di un neonato, uscita dai nove mesi? Che cosa vediamo in questa carne abitata dalla luce? Vediamo – scusate l’espressione – vediamo gli occhi di Dio, lo sguardo di Dio. Ci sentiamo guardati. E non è poca cosa: essere guardati.
Natale, messa del giorno – Lectio
All’inizio di quella che Ireneo di Lione chiamava “la grande sinfonia della salvezza” e che Giovanni compone con il suo evangelo nel genere letterario del racconto, il Prologo ne anticipa in forma di inno personaggi, temi, eventi ed esiti: drammatici per alcuni, esaltanti per altri.
Natale, messa della notte (commento)
Questo per voi il segno: troverete un bambino: «Tutti vogliono crescere nel mondo, ogni bambino vuole essere uomo. Ogni uomo vuole essere re. Ogni re vuole essere “dio”. Solo Dio vuole essere bambino» (Leonardo Boff).
Dio nella piccolezza: è questa la forza dirompente del Natale. L’uomo vuole salire, comandare, prendere. Dio invece vuole scendere, servire, dare…
Natale, messa della notte (Lectio)
Un atto di potere di Cesare Augusto, sovrano dispotico di tutto il mondo, costituisce l’occasione temporale perché Gesù venga inserito nella discendenza davidica, come è stato profetizzato. (La storia non è fatta solo di causalità ma anche di casualità).
Immacolata Concezione – Commento
Suona irriverente accostare Maria di Nazaret secondo i canoni di ciò che immediatamente non attira attenzione! Abbiamo sempre avuto bisogno di rivestirla dei tratti della eccezionalità concludendo che, in fondo, tutto per lei dovesse essere facile, proprio perché preservata dal contagio della colpa.
Immacolata Concezione – Lectio
In quel tempo, al sesto mese, 26 l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Un re che nasce e muore nudo
La vocazione del cristiano: imparare il coraggio di accettare Dio per come vuole mostrarsi: nudo. Da Betlemme al Calvario, nudo. E nudo è stato anche in tutto il resto della sua vita, esposto, consegnato, spogliato. Credo sia l’atto di coraggio più alto a cui siamo chiamati.
Domenica di Cristo Re (A) Commento
Dio è celato nell’altro. Secondo un commento rabbinico la “Shekhinah” (la presenza di Dio) si libra sopra il letto del malato, cosicché colui che visita il malato non deve sedersi sul letto o su una sedia su una panca, ma si deve coprire il capo e sedersi per terra, poiché la Shekhinah si libra su quel letto.
Domenica di Cristo Re (A) Lectio
Questo testo che si trova unicamente in Matteo è l’ultimo insegnamento di Gesù prima che gli avvenimenti precipitino con il suo arresto e condanna a morte. Come parole finali del suo insegnamento hanno una forza particolare.
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
La parabola dei talenti proposta dalla liturgia odierna è una parabola che, secondo il mio povero parere, oggi è pericolosa: pericolosa, perché più volte l’ho sentita commentare in un modo che, anziché spingere i cristiani a conversione, pare confermarli nel loro attuale comportamento
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Il cap. 25 riporta l’ultimo dei cinque discorsi di Gesù, con i quali Matteo struttura la sua opera. È un capitolo importante, composto da due insegnamenti in parabole (ragazze/talenti) che sviluppano ulteriormente la tematica della parabola precedente (il servo fedele)
Dedicazione della Basilica Lateranense – Lectio
Gesù si presenta come il Messia ma il peccato ed i peccatori che fustiga non sono gli esclusi dal tempio ma quelli che sono l’anima stessa del tempio. Nell’azione di Gesù l’evangelista vede la realizzazione della profezia di Zaccaria: “in quel giorno non ci saranno più mercanti (lett. Cananei) nella casa del Signore degli eserciti” (Zc 14,21)
Dedicazione della Basilica Lateranense – Commento
Una liturgia – quella della Dedicazione – che da una parte riconosce e celebra la presenza di Dio in uno spazio circoscritto e dall’altra allarga prospettive irreversibili. Racconta un sogno questa liturgia: non imprigionare Dio. Dio è qui ma anche altrove. Dio è più grande di queste pareti e più grande dello spazio che una istituzione ecclesiastica gli conferisce.
FINALMENTE, TI ASPETTAVO
Gesù non racconta questa parabola per spaventarci ma per accompagnarci a vivere una vita che sappia già vedere qui e ora lo sposo che ci cammina incontro. E che ci si possa alzare. Per nulla impauriti ma pronti e felici perché lo sposo avrà il volto delle persone che ci mancano e commossi dire: ti aspettavo da tempo, eccomi.
XXXII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
È una legge della vita: ci sono occasioni che non si ripetono, momenti unici. Nelle relazioni, negli affetti, nella fede. Se aspetti il momento passa. Se cincischi o tentenni, si svuota. Quel bacio che avrebbe rivelato l’amore che hai per quella persona, se non lo dai lo perdi per sempre. E, a volta, perdi anche la persona che ami.
XXXII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
La Venuta, benché chiaramente annunciata e attesa, tuttavia sarà sempre inaspettata e improvvisa per tutti e per ciascuno, poiché non si conosce il suo momento. Perciò occorre vegliare e lavorare con lena instancabile, come se la Venuta avvenisse “adesso”, e insieme come se «non avvenisse mai»
2 Novembre, Commemorazione dei Fedeli defunti – Commento
Ricordando i defunti in Cristo ogni credente ravviva la speranza di una vita senza fine; Gesù infatti ha promesso a quanti rimangono nel suo amore che la morte non è l’ultima parola sulle loro esistenze, ma è il passaggio a una vita in pienezza, perché l’amore è più forte della morte e la carità non avrà mai fine.
2 Novembre, Commemorazione dei Fedeli Defunti – Lectio
Questo testo che si trova unicamente in Matteo è l’ultimo insegnamento di Gesù prima che gli avvenimenti precipitino con il suo arresto e condanna a morte. Come parole finali del suo insegnamento hanno una forza particolare.
1 Novembre, Festa di Tutti i Santi – Commento
Conformi all’immagine di Gesù, una bellissima immagine della santità, immagine concreta, non astratta: portare in noi qualcosa dei tratti di Gesù, della sua vita raccontata dai vangeli. Ascoltiamolo sul monte dove lui dice chi sono i beati, chi per lui sono i santi, chi gli uomini e le donne felici, veramente felici.
1 Novembre, Festa di Tutti i Santi – Lectio
È questo l’inizio del primo dei cinque lunghi discorsi sul regno con i quali Matteo, nel suo vangelo, articola l’insegnamento di Gesù: 1° Discorso della montagna 5,1 – 7,28; 2° Discorso sulla missione 9,36 – 11,1; 3° Discorso parabolico 13,1 – 53; 4° Discorso sulla comunità 18,1 – 19,1; 5° Discorso sugli ultimi tempi 24,1 – 26,1.
Tutto dipende
“Amerai il Signore Dio” ma proprio perché parti dall’amore e non da un concetto non basta amare il Signore… Amerai il Signore Dio: tuo! E in quel “tuo” c’è da perdersi. C’è tutta la differenza. “Tuo”, perché l’amore è un legame, è geloso l’amore e unico
XXX Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Amerai, dice Gesù: un verbo al futuro, non all’imperativo, perché si tratta di una azione mai conclusa. Non un obbligo, ma una necessità per vivere, come respirare. Cosa devo fare domani per essere vivo? Tu amerai.
XXX Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
AMA. È il precetto che dona vita ad ogni relazione: tra persone e con Dio stesso coinvolto nell’esperienza d’amore. Esso esprime il senso ad ogni dono umano e divino, al rispetto di dignità dell’essere e di ogni avere.
DI CHI SONO?
“Di chi sono?”, sono del Padre che ha coniato il mondo a sua immagine e somiglianza, sono del Padre perché ogni cosa che vedo mi parla di lui, ogni cosa ha la sua immagine e iscrizione, soprattutto l’uomo, così complesso e affascinante.
XXIX Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
A Cesare le cose, a Dio le persone. A Cesare oro e argento, a Dio l’uomo.
A me e ad ogni persona, Gesù ripete: tu non appartieni a nessun potere, resta libero da tutti, ribelle ad ogni tentazione di lasciarti asservire.
XXIX Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Alle parabole indirizzate alle autorità religiose non corrisponde un ravvedimento, anzi constatiamo un irrigidimento che si traduce in tre attacchi a Gesù per screditarlo e deridere Lui e il suo messaggio.
Credere al vestito che si indossa
Forse la fede è tornare a guardare ogni uomo come un “commensale”, un affamato, un povero cristo che ha bisogno di essere invitato.
In gioco c’è un abito da scegliere per poter stare dentro la festa. In qualche modo l’abito fa il monaco…
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
La storia dell’umanità potrebbe essere letta a partire dalla categoria dell’invito. “Molte volte e in diversi modi Dio” ha inviato inviti agli uomini di tutti i tempi.
Non è forse da leggere come un invito il dono della nostra esistenza?
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
La parabola dei vignaioli assassini ha scatenato contro Gesù l’ira dei sommi sacerdoti e farisei. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta. Di fronte a questa minaccia Gesù non solo non indietreggia ma carica la dose polemizzando con le autorità giudaiche.
Lontano
Gesù chiede di prendere sul serio questo padrone della vigna che “se ne andò lontano” e di vivere con questa Assenza nel cuore, chiede di non riempirlo con niente. Ma di guardare quella vigna vuota perché è lì che si gioca tutto, in quello spazio. Il gioco della fede prevede il Vuoto.
XXVII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Ecco la tentazione più grande di chiunque è chiamato e poi inviato per un servizio: pensare se stesso come colui che invia, non sentirsi servo ma padrone, presumere di poter agire come il padrone e non più secondo un mandato preciso.
XXVII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Distrutta la siepe, recuperata la solida pietra d’origine, si dilata la vigna, viene invitato ogni uomo, da fuori, per sperimentare vita, gratuità d’amore, generosità di doni. Nasce la Vigna del Figlio, la vigna di Tutti, ove ogni razza, cultura e pensiero trova spazi e gioia di vivere.
Non è retto il modo di agire del Signore
La fede non è quella dell’uomo in Dio, è quella di Dio nell’uomo. Questo salva la vita. Giusta non è una punizione ma uno sguardo buono che scende in noi e vede una possibilità di rinascita. Perché il malvagio che si converte “fa vivere se stesso”.
XXVI Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Nel Vangelo di questa Domenica si parla di due figli, dietro i quali, però, ne sta, in modo misterioso, un terzo. Il primo figlio dice di sì, ma non fa ciò che gli è stato ordinato. Il secondo figlio dice di no, ma compie poi la volontà del padre. Il terzo figlio dice di “sì” e fa anche ciò che gli viene ordinato. Questo terzo figlio è il Figlio unigenito di Dio, Gesù Cristo
XXVI Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
La parabola costituisce un proseguimento dell’episodio precedente (Mt 21,23-27). C’è uno scontro con le massime autorità del tempio. Gesù non solo non risponde ad una domanda postagli dai sommi sacerdoti e dagli anziani ma indirizza loro tre parabole. Questa è la seconda parabola che riguarda la vigna.
Fino ad alba definitiva
Ho visto morire gente nel ventre più lontano e doloroso della tenebra, ma li ho visti morire benedicendo. E quella è alba. Alba di resurrezione. Io voglio solo imparare a morire benedicendo. Lasciando entrare luce nel sepolcro.
XXV Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Vangelo da Dio, non da uomini. Così verrebbe spontaneo obiettare a una pagina come quella che la liturgia odierna consegna al nostro andare. La prima reazione è appunto lo sconcerto. Non solo quello dei servi della prima ora. Ma anche il nostro sconcerto: non è giusto pagare allo stesso modo chi ha lavorato un’ora soltanto.
XXV Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola : 1 «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
È questa la quinta delle sette volte in cui Gesù paragona il Regno dei Cieli a uomini, cose o situazioni
14 settembre – La croce gloriosa – Commento
La croce gloriosa, la croce nella gloria: non uno strumento di morte può essere glorioso, ma ciò che è diventato come simbolo, ciò che Gesù ha vissuto sulla croce deve essere visto e sentito come glorioso.
14 settembre – Esaltazione della Santa Croce – Lectio
La Croce diviene specchio-riflesso di follia d’amore di Dio, orizzonte di speranza per l’uomo: Dio e l’uomo sono messi in croce per fissarsi negli occhi e donarsi perdono, salvezza, al di là di distruttivi tormenti.
Chi mi chiederà scusa?
La vita accade, la vita è splendida, la vita spesso fa male. La vita lascia cicatrici che non si possono scusare. Settanta volte sette è il dolore, settanta volte sette l’ingiustizia, settanta volte sette è il male. Settanta volte sette, non si può dimenticare ciò che non si deve dimenticare.
XXIV Domenica del Tempo ordinario (A) Commento
Terminiamo la lettura del quarto dei cinque grandi discorsi di Gesù nel vangelo secondo Matteo, detto anche discorso ecclesiale o comunitario, perché in esso sono contenuti insegnamenti riguardanti la vita dei discepoli viventi in comunità, nelle chiese.
XXIV domenica del Tempo ordinario (A) Lectio
La liturgia di questa domenica ci parla del dono della riconciliazione, dono che viene da Dio attraverso il perdono chiesto e donato. E noi, cristiani, siamo chiamati ad essere segno visibile di questo amore che va oltre ogni cosa ed è capace di spezzare ogni sorta di catena.
Mi scoppierebbe il cuore
Vorrei imparare a vivere come la sentinella di Ezechiele: attento, sempre. Non come una sentinella di quelle che tengono lontano i pericoli armando gli occhi e gridando allarmi. No, vorrei imparare a essere un uomo attento prima di tutto al suono delle Sue labbra “quando sentirai dalla mia bocca una parola”.
XXIII domenica del Tempo ordinario (A) Commento
Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano
XXIII domenica del Tempo ordinario (A) Lectio
•Anche la Comunità è nata nel per-dono, e, come dono, ha avuto in pegno e caparra il Figlio del Dio vivente. Da qui le dinamiche delle regole singolari, persino insensate per alcuni che pensano solo da potenti e da forti dominatori, quasi da super-uomini. Quanta la debolezza, invece, di queste regole di vita, ma ricche d’amore!
XXII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Se qualcuno vuole venire dietro a me… Ma perché seguirlo? Perché andare dietro a lui e alle sue idee? Semplice: per essere felice. Quindi Gesù detta le condizioni. Condizioni da vertigine.
XXII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Ci troviamo al capitolo 16 di Matteo, il quale è inserito nella sezione narrativa (13,53-17,27) che racconta gli episodi di Gesù prima del viaggio a Gerusalemme, cui segue il discorso ecclesiastico del capito 18
XXI Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
In questa domanda è il cuore pulsante della fede: chi sono io per te? Gesù non cerca formule o parole, cerca relazioni (io per te). Non vuole definizioni ma coinvolgimenti: che cosa ti è successo, quando mi hai incontrato? La sua domanda assomiglia a quelle degli innamorati: quanto conto per te? Che importanza ho nella tua vita?
XXI Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
La pericope di questa settimana è nota come il testo del primato di Pietro. La prima parte è centrata sul dialogo tra Gesù e i discepoli (vv.13-16) che culmina con l’alta professione di fede di Pietro. La seconda parte è caratterizzata dalla risposta di Gesù alla proclamazione di Pietro (vv.17-19) che consiste nell’affidamento di un grande ministero.
XX Domenica del Tempo ordinario (A) Commento
La donna delle briciole, una madre straniera, intelligente e indomita, che non si arrende ai silenzi e alle risposte brusche di Gesù, è uno dei personaggi più simpatici del Vangelo. E Gesù, uomo di incontri, esce trasformato dall’incontro con lei.
Annunciazione del Signore – Commento
L’angelo Gabriele è ancora inviato ad ogni casa ad annunciare a ciascuno: «sii felice, anche tu sei amato per sempre, verrà in te la Vita». Io credo in un angelo che ha il seme di Dio nella voce; credo in un Bambino, sgusciato dal grembo di una donna, che è il racconto della tenerezza di Dio, immagine alta e pura del volto dell’uomo.