Un re che nasce e muore nudo
La vocazione del cristiano: imparare il coraggio di accettare Dio per come vuole mostrarsi: nudo. Da Betlemme al Calvario, nudo. E nudo è stato anche in tutto il resto della sua vita, esposto, consegnato, spogliato. Credo sia l’atto di coraggio più alto a cui siamo chiamati.
Domenica di Cristo Re (A) Lectio
Questo testo che si trova unicamente in Matteo è l’ultimo insegnamento di Gesù prima che gli avvenimenti precipitino con il suo arresto e condanna a morte. Come parole finali del suo insegnamento hanno una forza particolare.
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
La parabola dei talenti proposta dalla liturgia odierna è una parabola che, secondo il mio povero parere, oggi è pericolosa: pericolosa, perché più volte l’ho sentita commentare in un modo che, anziché spingere i cristiani a conversione, pare confermarli nel loro attuale comportamento
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Il cap. 25 riporta l’ultimo dei cinque discorsi di Gesù, con i quali Matteo struttura la sua opera. È un capitolo importante, composto da due insegnamenti in parabole (ragazze/talenti) che sviluppano ulteriormente la tematica della parabola precedente (il servo fedele)
FINALMENTE, TI ASPETTAVO
Gesù non racconta questa parabola per spaventarci ma per accompagnarci a vivere una vita che sappia già vedere qui e ora lo sposo che ci cammina incontro. E che ci si possa alzare. Per nulla impauriti ma pronti e felici perché lo sposo avrà il volto delle persone che ci mancano e commossi dire: ti aspettavo da tempo, eccomi.
XXXII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
È una legge della vita: ci sono occasioni che non si ripetono, momenti unici. Nelle relazioni, negli affetti, nella fede. Se aspetti il momento passa. Se cincischi o tentenni, si svuota. Quel bacio che avrebbe rivelato l’amore che hai per quella persona, se non lo dai lo perdi per sempre. E, a volta, perdi anche la persona che ami.
XXXII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
La Venuta, benché chiaramente annunciata e attesa, tuttavia sarà sempre inaspettata e improvvisa per tutti e per ciascuno, poiché non si conosce il suo momento. Perciò occorre vegliare e lavorare con lena instancabile, come se la Venuta avvenisse “adesso”, e insieme come se «non avvenisse mai»
Tutto dipende
“Amerai il Signore Dio” ma proprio perché parti dall’amore e non da un concetto non basta amare il Signore… Amerai il Signore Dio: tuo! E in quel “tuo” c’è da perdersi. C’è tutta la differenza. “Tuo”, perché l’amore è un legame, è geloso l’amore e unico
XXX Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Amerai, dice Gesù: un verbo al futuro, non all’imperativo, perché si tratta di una azione mai conclusa. Non un obbligo, ma una necessità per vivere, come respirare. Cosa devo fare domani per essere vivo? Tu amerai.
XXX Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
AMA. È il precetto che dona vita ad ogni relazione: tra persone e con Dio stesso coinvolto nell’esperienza d’amore. Esso esprime il senso ad ogni dono umano e divino, al rispetto di dignità dell’essere e di ogni avere.
DI CHI SONO?
“Di chi sono?”, sono del Padre che ha coniato il mondo a sua immagine e somiglianza, sono del Padre perché ogni cosa che vedo mi parla di lui, ogni cosa ha la sua immagine e iscrizione, soprattutto l’uomo, così complesso e affascinante.
XXIX Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
A Cesare le cose, a Dio le persone. A Cesare oro e argento, a Dio l’uomo.
A me e ad ogni persona, Gesù ripete: tu non appartieni a nessun potere, resta libero da tutti, ribelle ad ogni tentazione di lasciarti asservire.
XXIX Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Alle parabole indirizzate alle autorità religiose non corrisponde un ravvedimento, anzi constatiamo un irrigidimento che si traduce in tre attacchi a Gesù per screditarlo e deridere Lui e il suo messaggio.
Credere al vestito che si indossa
Forse la fede è tornare a guardare ogni uomo come un “commensale”, un affamato, un povero cristo che ha bisogno di essere invitato.
In gioco c’è un abito da scegliere per poter stare dentro la festa. In qualche modo l’abito fa il monaco…
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
La storia dell’umanità potrebbe essere letta a partire dalla categoria dell’invito. “Molte volte e in diversi modi Dio” ha inviato inviti agli uomini di tutti i tempi.
Non è forse da leggere come un invito il dono della nostra esistenza?
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
La parabola dei vignaioli assassini ha scatenato contro Gesù l’ira dei sommi sacerdoti e farisei. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta. Di fronte a questa minaccia Gesù non solo non indietreggia ma carica la dose polemizzando con le autorità giudaiche.
Lontano
Gesù chiede di prendere sul serio questo padrone della vigna che “se ne andò lontano” e di vivere con questa Assenza nel cuore, chiede di non riempirlo con niente. Ma di guardare quella vigna vuota perché è lì che si gioca tutto, in quello spazio. Il gioco della fede prevede il Vuoto.
XXVII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Ecco la tentazione più grande di chiunque è chiamato e poi inviato per un servizio: pensare se stesso come colui che invia, non sentirsi servo ma padrone, presumere di poter agire come il padrone e non più secondo un mandato preciso.
XXVII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Distrutta la siepe, recuperata la solida pietra d’origine, si dilata la vigna, viene invitato ogni uomo, da fuori, per sperimentare vita, gratuità d’amore, generosità di doni. Nasce la Vigna del Figlio, la vigna di Tutti, ove ogni razza, cultura e pensiero trova spazi e gioia di vivere.
Non è retto il modo di agire del Signore
La fede non è quella dell’uomo in Dio, è quella di Dio nell’uomo. Questo salva la vita. Giusta non è una punizione ma uno sguardo buono che scende in noi e vede una possibilità di rinascita. Perché il malvagio che si converte “fa vivere se stesso”.
XXVI Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Nel Vangelo di questa Domenica si parla di due figli, dietro i quali, però, ne sta, in modo misterioso, un terzo. Il primo figlio dice di sì, ma non fa ciò che gli è stato ordinato. Il secondo figlio dice di no, ma compie poi la volontà del padre. Il terzo figlio dice di “sì” e fa anche ciò che gli viene ordinato. Questo terzo figlio è il Figlio unigenito di Dio, Gesù Cristo
XXVI Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
La parabola costituisce un proseguimento dell’episodio precedente (Mt 21,23-27). C’è uno scontro con le massime autorità del tempio. Gesù non solo non risponde ad una domanda postagli dai sommi sacerdoti e dagli anziani ma indirizza loro tre parabole. Questa è la seconda parabola che riguarda la vigna.
Fino ad alba definitiva
Ho visto morire gente nel ventre più lontano e doloroso della tenebra, ma li ho visti morire benedicendo. E quella è alba. Alba di resurrezione. Io voglio solo imparare a morire benedicendo. Lasciando entrare luce nel sepolcro.
XXV Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Vangelo da Dio, non da uomini. Così verrebbe spontaneo obiettare a una pagina come quella che la liturgia odierna consegna al nostro andare. La prima reazione è appunto lo sconcerto. Non solo quello dei servi della prima ora. Ma anche il nostro sconcerto: non è giusto pagare allo stesso modo chi ha lavorato un’ora soltanto.
XXV Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola : 1 «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
È questa la quinta delle sette volte in cui Gesù paragona il Regno dei Cieli a uomini, cose o situazioni
Chi mi chiederà scusa?
La vita accade, la vita è splendida, la vita spesso fa male. La vita lascia cicatrici che non si possono scusare. Settanta volte sette è il dolore, settanta volte sette l’ingiustizia, settanta volte sette è il male. Settanta volte sette, non si può dimenticare ciò che non si deve dimenticare.
XXIV Domenica del Tempo ordinario (A) Commento
Terminiamo la lettura del quarto dei cinque grandi discorsi di Gesù nel vangelo secondo Matteo, detto anche discorso ecclesiale o comunitario, perché in esso sono contenuti insegnamenti riguardanti la vita dei discepoli viventi in comunità, nelle chiese.
XXIV domenica del Tempo ordinario (A) Lectio
La liturgia di questa domenica ci parla del dono della riconciliazione, dono che viene da Dio attraverso il perdono chiesto e donato. E noi, cristiani, siamo chiamati ad essere segno visibile di questo amore che va oltre ogni cosa ed è capace di spezzare ogni sorta di catena.
Mi scoppierebbe il cuore
Vorrei imparare a vivere come la sentinella di Ezechiele: attento, sempre. Non come una sentinella di quelle che tengono lontano i pericoli armando gli occhi e gridando allarmi. No, vorrei imparare a essere un uomo attento prima di tutto al suono delle Sue labbra “quando sentirai dalla mia bocca una parola”.
XXIII domenica del Tempo ordinario (A) Commento
Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano
XXIII domenica del Tempo ordinario (A) Lectio
•Anche la Comunità è nata nel per-dono, e, come dono, ha avuto in pegno e caparra il Figlio del Dio vivente. Da qui le dinamiche delle regole singolari, persino insensate per alcuni che pensano solo da potenti e da forti dominatori, quasi da super-uomini. Quanta la debolezza, invece, di queste regole di vita, ma ricche d’amore!
XXII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Se qualcuno vuole venire dietro a me… Ma perché seguirlo? Perché andare dietro a lui e alle sue idee? Semplice: per essere felice. Quindi Gesù detta le condizioni. Condizioni da vertigine.
XXII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Ci troviamo al capitolo 16 di Matteo, il quale è inserito nella sezione narrativa (13,53-17,27) che racconta gli episodi di Gesù prima del viaggio a Gerusalemme, cui segue il discorso ecclesiastico del capito 18
XXI Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
In questa domanda è il cuore pulsante della fede: chi sono io per te? Gesù non cerca formule o parole, cerca relazioni (io per te). Non vuole definizioni ma coinvolgimenti: che cosa ti è successo, quando mi hai incontrato? La sua domanda assomiglia a quelle degli innamorati: quanto conto per te? Che importanza ho nella tua vita?
XXI Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
La pericope di questa settimana è nota come il testo del primato di Pietro. La prima parte è centrata sul dialogo tra Gesù e i discepoli (vv.13-16) che culmina con l’alta professione di fede di Pietro. La seconda parte è caratterizzata dalla risposta di Gesù alla proclamazione di Pietro (vv.17-19) che consiste nell’affidamento di un grande ministero.
XX Domenica del Tempo ordinario (A) Commento
La donna delle briciole, una madre straniera, intelligente e indomita, che non si arrende ai silenzi e alle risposte brusche di Gesù, è uno dei personaggi più simpatici del Vangelo. E Gesù, uomo di incontri, esce trasformato dall’incontro con lei.
XX Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Assistiamo ancora una volta al “ritirarsi” di Gesù, come già successo in Mt 12,15 e Mt 14,13. Dopo lo scontro, Gesù Cristo si apparta. Questa volta, però, Matteo mette in evidenza un cambio di scenario: Gesù si dirige verso un territorio fenicio, pagano, “cananeo” appunto come dice il testo, e più precisamente verso le regioni di Tiro e Sidone.
XIX Domenica Tempo ordinario (A) Lectio
L’altra riva è un termine tecnico col quale l’evangelista indica il lato orientale del lago di Galilea che era terra pagana (Mt 8,18.28; 16,5). L’evangelista scrive che Gesù deve costringere i suoi ad andarsene via. L’uso di questo verbo (solo qui in Matteo) suppone una resistenza da parte dei discepoli.
XIX Domenica Tempo ordinario (A) Commento
Venire a te, bellissima richiesta. Camminando sulle acque, richiesta infantile di un prodigio fine a se stesso, esibizione di forza che non ha di mira il bene di nessuno. E infatti il miracolo non va a buon fine.
XVIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Questo episodio è talmente importante da essere riportato da tutti e quattro gli evangelisti. Questa narrazione rimanda alla prima tentazione di Gesù nel deserto, quando il satana gli propose di cambiare le pietre in pane per sfamarsi (Mt 4,3-4). Gesù farà del pane un dono per sfamare gli altri.
XVIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Abbiamo fame, tanta. Possiamo interpretare la nostra vita come una ricerca di sazietà: affetti, soddisfazioni, gioie… tutto quello che facciamo, a pensarci bene, serve a colmare quella fame profonda, assoluta, che alberga nei nostri cuori.
Per quando
Per quando la vita è inciampata nelle mie miserie,
ed ha sorriso.
Per quando non si è scandalizzata di me,
per quando qualcuno ha trovato un tesoro sepolto proprio sotto le rughe dei miei giorni,
per quando l’ha trovato per caso e non me l’ha fatto pesare,
per quando l’ha trovato e io non ci credevo.
XVII Domenica del Tempo ordinario (A) Commento
Un contadino e un mercante trovano tesori. Accade a uno che, per caso, senza averlo programmato, tra rovi e sassi, su un campo non suo, resta folgorato dalla scoperta e dalla gioia. Accade a uno che invece, da intenditore appassionato e determinato, gira il mondo dietro il suo sogno.
XVII Domenica del Tempo ordinario (A) Lectio
Gesù non parla mai di sacrifici per il Regno, ma al contrario di gioia (sacrificio in Matteo appare solo due volte, come atto contrario alla volontà di Dio, mentre la gioia ricorre sei volte). Il Regno non diventa realtà a forza di penosi sforzi da parte degli uomini, ma per un crescendo di gioia per la grandezza della scoperta fatta
XVI Domenica del Tempo ordinario (A) Commento
Portiamo tutti nel nostro cuore il desiderio recondito di un tempo e di un luogo in cui fiorisca soltanto del buon grano, un tempo e un luogo in cui, finalmente, cessi quella strana mescolanza di bene e di male che è la nostra vita.
XVI Domenica del Tempo ordinario (A) Lectio
L’insegnamento della parabola riguarda la tentazione, sempre presente all’interno della comunità, di sentirsi gruppo di eletti e di separarsi da quanti non giudicano alla loro altezza, come lo era il movimento farisaico.
XV Domenica Tempo ordinario (A) Lectio
Matteo pone alla nostra attenzione un insegnamento di Gesù composto da sette parabole, numero che ricorda le sette domande del “Padre nostro” e i sette lamenti funebri contro i farisei.
XV Domenica Tempo ordinario (A) Commento
Gesù osserva un seminatore e intuisce qualcosa di Dio. Il seminatore uscì a seminare. Non ‘un’, ma ‘il’ seminatore, Colui che con il seminare si identifica, perché altro non fa che immettere nel cuore e nel cosmo germi di vita. Uno dei più bei nomi di Dio: non il mietitore che fa i conti con le nostre povere messi, ma il seminatore, il Dio degli inizi, che dà avvio, che è la primavera del mondo, fontana di vita.
XIV domenica del Tempo ordinario (A) Lectio
La “mitezza” che Matteo attribuisce a Gesù non si riferisce solo all’ovvia qualità del carattere del Signore, ma alla scelta sociale da Lui compiuta “assumendo la condizione di servo” (Fil 2,7) ponendosi così tra gli ultimi della società, in contrapposizione ai sapienti e intelligenti.
XIV Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Ecco, Gesù si incantava davanti a loro. “Ti benedico, Padre…”.Certo dipende dal punto di osservazione. E se il punto di osservazione fosse il piccolo? e le trame quotidiane della vita? Non avremo sbagliato noi cristiani il punto di osservazione, quando cediamo ai nostri facili pessimismi, quando diamo sfogo alla cantilena dei nostri lamenti?
XIV Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Dopo il lamento funebre (v. versetti precedenti) sulle città della Galilea che anziché accogliere il messaggio del Regno lo hanno rifiutato, l’evangelista cambia il tono del discorso: Gesù passa ora a benedire il Padre per quanti invece lo hanno accolto.
Perdersi in un bicchiere d’acqua
Basta un bicchiere di acqua, in fondo, lo dice bene il vangelo, basta un bicchiere d’acqua per hi ha imparato ad ascoltare la vita. Per chi ha imparato la sete di ogni essere vivente. Ma devi aver dimenticato la banalità, non devi credere che un letto, un candeliere, una sedia, un tavolo, un bicchiere siano solo oggetti, devi liberare la luce che si portano dentro
Quanto vale la vita di un uomo?
Quanto vale la vita di un uomo? Che prezzo ha? Quanto si è disposti a spendere per la sua salute? La pandemia ha reso attuali i drammatici interrogativi che accompagnano la storia dell’umanità dalle sue origini. Su ilLibraio.it la riflessione del biblista Alberto Maggi
XIII domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Un Dio che pretende di essere amato più di padre e madre, più di figli e fratelli, che sembra andare contro le leggi del cuore. Ma la fede per essere autentica deve conservare un nucleo sovversivo e scandaloso, il «morso del più» (Luigi Ciotti), un andare controcorrente e oltre rispetto alla logica umana.
XIII domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Con la pericope offertaci oggi dalla Chiesa si conclude il ‘discorso missionario’ di Matteo, che abbiamo già incontrato domenica scorsa e, nei versetti odierni, raggiunge l’apice delle esigenze della sequela Christi. Un verbo segna ripetutamente il cuore del passo biblico odierno: accogliere, e lo qualifica nelle sue conseguenze esistenziali.
Io ho paura di me
Io ti prometto che non avrò mai paura di te. Questo, posso, questo ti giuro. Io non ho paura di svelarti cosa si muove nel mio cuore, di spogliarmi dalle mie difese di fronte al volto di Cristo, uomo incapace di condannare e di umiliare. Io ho paura di mostrare agli uomini il mio cuore, non di svelarmi a te.
XII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Nel fratello crocifisso è Cristo a essere ancora inchiodato alla stessa croce. Al punto che lo Spirito, alito divino, intreccia il suo respiro con il nostro; e quando un uomo non può respirare perché un altro uomo gli preme il ginocchio sul collo, è lo Spirito, il respiro di Dio, che non può respirare. Dio non spezza ali, le guarisce, le rafforza, le allunga.
VIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
VIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Matteo 6,24-34 In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si … Continua a leggere
VIII Domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Con questa VIII Domenica concludiamo la prima parte del tempo ordinario e, sulla scia delle Domeniche precedenti, ci lasciamo istruire dagli insegnamenti di Gesù, pronti ad intraprendere l’ormai prossima ardua battaglia della Quaresima, dove l’anima vivrà l’eterno vivificante scontro tra se stessa e il deserto, il silenzio.
XII domenica del Tempo Ordinario (A) Lectio
Riprendiamo il ciclo della liturgia per annum con la domenica XII, dopo la lunga parabola dei tempi forti di Quaresima e Pasqua, dopo le grandi Solennità del Tempo Ordinario immediatamente seguenti alla Pasqua. Giungiamo a questo punto (speriamo) con il cuore e la vita rinnovati nello Spirito del Risorto
VII Domenica del Tempo Ordinario (A) Commento
Dopo le prime quattro antitesi annunciate da Gesù nel “discorso della montagna”, ecco le ultime due, nelle quali appare ancora la “differenza” richiesta da Gesù ai suoi discepoli rispetto alla Legge di Mosè, confermata ma approfondita e reinterpretata.
Domenica di Cristo Re (A) Commento
Dio è celato nell’altro. Secondo un commento rabbinico la “Shekhinah” (la presenza di Dio) si libra sopra il letto del malato, cosicché colui che visita il malato non deve sedersi sul letto o su una sedia su una panca, ma si deve coprire il capo e sedersi per terra, poiché la Shekhinah si libra su quel letto.